L'autrice è una giornalista del Washington Post che si è imbarcata in una ricerca su come le persone spendono il loro tempo. Il tutto è partito da una ricerca sul perché in generale le donne leggono meno giornali, arrivando a capire come mai le donne che lavorano (ma anche quelle che non lavorano, e poi anche gli uomini) sentono di non avere mai abbastanza tempo per fare tutto.
All'inizio devo dire che il libro mi ha fatto venire un po' d'ansia, specialmente quando l'autrice ha iniziato a descrivere come lei aveva la sensazione che il suo tempo fosse spezzettato tipo coriandoli, continuando a saltare da un'attività ad un'altra, ma non arrivando mai alla fine della lista di cose da fare.
Nel corso del libro, inoltre, vengono anche messe a confronto società diverse e in effetti quella americana non è molto da prendere come esempio. La maggior parte dei lavoratori americani lavora ore extra, non prende tutte le ferie a cui avrebbero diritto e pratica il multitasking.
Innanzitutto è stato scientificamente dimostrato che il multitasking riduce alcune capacità del cervello e quindi, in pratica ci rende più stupidi. Poi, nonostante tutte le ore in cui sono al lavoro, non producono molto di più di chi lavora le classiche otto ore al giorno.
Il consiglio sarebbe quello di lavorare in intervalli di 90 minuti, che da la maggior produttività. E prendere tutti i giorni di ferie, che servono a ricaricarsi (questa andrebbe spiegata al mio capo).
Finché lo leggevo mi sono messa anche a fare attenzione a quanto le persone che conosco si lamentino di non aver tempo per fare tutto. In certi momenti ho avuto la netta sensazione che sia un po' vero come mostrarsi sempre super impegnati sia una cosa tenuta in buona considerazione dalla società attuale.
Il momento più divertente, per me, è stato nel capitolo riguardo a come i lavori di casa e la gestione dei figli vengono divisi tra marito e moglie. La conclusione è che solitamente la donna fa e l'uomo al massimo aiuta. Nella comparazione di quante ore i maschi aiutano nei lavori di casa, ovviamente è risultato che gli italiani sono quelli che fanno meno.
D'altra parte gli studi presentati dimostrano anche come le donne tendano ad accentrare su di loro tutte le attività, alcune nemmeno così necessarie (pensiamo allo stirare... si può vivere benissimo senza, per mia esperienza personale).
Qui negli States, come dice l'autrice, è diffuso l' "overparenting", ovvero i genitori che devono far vedere che fanno di tutto, che le feste di compleanno dei loro figli sono super, che i loro figli fanno molte più attività di altri, che sanno già leggere a 3 anni e fare di conto a 4.... per carità, io figli non ne ho, ma i bambini non potrebbero semplicemente fare i bambini?
In effetti anche l'autrice, durante le sue ricerche, ammette di aver esagerato in alcune estreme attenzioni con i figli.
Devo dire che mia madre lamentava questo eccesso di attività a cui erano iscritti alcuni miei compagni di classe quando ero ancora alle elementari.... Diciamo quindi che tutti questi studi che hanno fatto, e sono presentati nel libro, servono solo a dimostrare che mia madre aveva ragione già allora.
Alla fine nel libro l'autrice presenta anche alcune soluzioni che ha iniziato a mettere in pratica nella sua vita, con l'aiuto di esperti e del marito, per limitare la sensazione che il suo tempo sia spezzettato in coriandoli.
Traduco qui un pezzetto che mi è piaciuto nella parte sulle soluzioni:
"Prendi un po' di tempo per pensare a cosa vuoi davvero ottenere nella tua vita e qual è la cosa più importante da fare per te. Programma del tempo per quello come prima cosa ogni giorno".
Take time to think about what you really want to accomplish in your life and what's most important to do. Schedule time for that in your day first.
All'inizio devo dire che il libro mi ha fatto venire un po' d'ansia, specialmente quando l'autrice ha iniziato a descrivere come lei aveva la sensazione che il suo tempo fosse spezzettato tipo coriandoli, continuando a saltare da un'attività ad un'altra, ma non arrivando mai alla fine della lista di cose da fare.
Nel corso del libro, inoltre, vengono anche messe a confronto società diverse e in effetti quella americana non è molto da prendere come esempio. La maggior parte dei lavoratori americani lavora ore extra, non prende tutte le ferie a cui avrebbero diritto e pratica il multitasking.
Innanzitutto è stato scientificamente dimostrato che il multitasking riduce alcune capacità del cervello e quindi, in pratica ci rende più stupidi. Poi, nonostante tutte le ore in cui sono al lavoro, non producono molto di più di chi lavora le classiche otto ore al giorno.
Il consiglio sarebbe quello di lavorare in intervalli di 90 minuti, che da la maggior produttività. E prendere tutti i giorni di ferie, che servono a ricaricarsi (questa andrebbe spiegata al mio capo).
Finché lo leggevo mi sono messa anche a fare attenzione a quanto le persone che conosco si lamentino di non aver tempo per fare tutto. In certi momenti ho avuto la netta sensazione che sia un po' vero come mostrarsi sempre super impegnati sia una cosa tenuta in buona considerazione dalla società attuale.
Il momento più divertente, per me, è stato nel capitolo riguardo a come i lavori di casa e la gestione dei figli vengono divisi tra marito e moglie. La conclusione è che solitamente la donna fa e l'uomo al massimo aiuta. Nella comparazione di quante ore i maschi aiutano nei lavori di casa, ovviamente è risultato che gli italiani sono quelli che fanno meno.
D'altra parte gli studi presentati dimostrano anche come le donne tendano ad accentrare su di loro tutte le attività, alcune nemmeno così necessarie (pensiamo allo stirare... si può vivere benissimo senza, per mia esperienza personale).
Qui negli States, come dice l'autrice, è diffuso l' "overparenting", ovvero i genitori che devono far vedere che fanno di tutto, che le feste di compleanno dei loro figli sono super, che i loro figli fanno molte più attività di altri, che sanno già leggere a 3 anni e fare di conto a 4.... per carità, io figli non ne ho, ma i bambini non potrebbero semplicemente fare i bambini?
In effetti anche l'autrice, durante le sue ricerche, ammette di aver esagerato in alcune estreme attenzioni con i figli.
Devo dire che mia madre lamentava questo eccesso di attività a cui erano iscritti alcuni miei compagni di classe quando ero ancora alle elementari.... Diciamo quindi che tutti questi studi che hanno fatto, e sono presentati nel libro, servono solo a dimostrare che mia madre aveva ragione già allora.
Alla fine nel libro l'autrice presenta anche alcune soluzioni che ha iniziato a mettere in pratica nella sua vita, con l'aiuto di esperti e del marito, per limitare la sensazione che il suo tempo sia spezzettato in coriandoli.
Traduco qui un pezzetto che mi è piaciuto nella parte sulle soluzioni:
"Prendi un po' di tempo per pensare a cosa vuoi davvero ottenere nella tua vita e qual è la cosa più importante da fare per te. Programma del tempo per quello come prima cosa ogni giorno".
Take time to think about what you really want to accomplish in your life and what's most important to do. Schedule time for that in your day first.
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